mercoledì 25 febbraio 2009

L'Africa

Un po' di materiale a supporto dello studio!

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venerdì 20 febbraio 2009

Colonialismo nel Novecento - Mappa concettuale






Colonialismo nel Novecento

Il colonialismo non era un fenomeno nuovo (Spagnoli e Portoghesi nell'America Centrale e Meridionale, Inglesi e Francesi nell'America Settentrionale, etc.), ma alla fine dell'Ottocento assunse forme nuove.

Molti furono i motivi.

  1. Spinte dalla rivoluzione industriale, la grandi potenze si sentivano superiori e cercavano nuove materie prime e popoli a cui vendere i propri prodotti per scongiurare crisi di sovrapproduzione.

  2. Spinte dall'orgoglio nazionale (nazionalismo), rivaleggiavano nell'estendere le colonie.

  3. Spinte dal sentimento di superiorità della razza bianca, credevano di poter sottomettere gli altri popoli.

  4. Spinte dalla convinzione della superiorità della civiltà occidentale, si sentivano in dovere di migliorare la condizioni di vita dei popoli sottomessi (il “fardello dell'uomo bianco”).


Spesso venivano inviati missioni esplorative, alle quali seguivano commercianti, industriali e militari. Alle colonie vennero imposti un rigido controllo militare, le proprie leggi e la propria cultura.

Questo fenomeno prese il nome di imperialismo (costruzione di un impero) e si rivolse verso l'Africa e l'Asia.


Per evitare scontri, la grandi potenze si riunirono nella Conferenza di Berlino e si accordarono per spartirsi l'Africa. Scontrandosi con l'Impero Ottomano e i deboli Stati africani, nei vent'anni successivi tutti i territori vennero conquistati e furono creati pochi stati dai confini arbitrari, senza badare alle tradizioni locali.

Gli occidentali portarono effettivamente molte innovazioni (scuole, ospedali, nuove tecniche agricole), ma spesso trasformarono l'economia esclusivamente a loro vantaggio (estrazione di materie prime, monocolture per l'esportazione).


In Asia il millenario Impero Cinese, abbastanza potente da resistere agli eserciti europei, non venne colonizzato, ma fu costretto a stipulare “trattati ineguali”, che prevedevano concessioni di porti e sfruttamento della materie prime a favore degli Occidentali. Un gruppo di patrioti cinesi si ribellò (rivolta dei Boxers = “pugili”), ma venne repressa dagli eserciti stranieri.

L'economia dell'Impero Indiano era controllata fin dal '700 dalla Compagnie inglese delle Indie Orientali; a metà '800 divenne formalmente una colonia dell'Inghilterra, che controllava così circa un quarto della superficie di tutto il Pianeta!

La Penisola Indocinese era nelle mani della Francia; l'Arcipelago Indonesiano in quelle dei Paesi Bassi.


Anche l'Italia iniziò la sua politica coloniale.

Dopo l'apertura del Canale di Suez, riuscì a conquistare l'Eritrea e a imporre il suo protettorato sulla Somalia; quando tuttavia cercò di penetrare in Etiopia (o Abissinia) il suo re (“negus”) reagì e sconfisse le truppe italiane: l'Italia firmò allora il Trattato di Uccialli che le riconosceva vari possedimenti. Quando però, alcuni anni dopo, l'Italia cercò nuovamente di conquistare l'Etiopia venne definitivamente sconfitta (battaglia di Adua) e il Primo Ministro Crispi dovette dimettersi.

Nel 1911-12 Giolitti riprenderà la politica coloniale: non potendo occupare la vicina Tunisia (in mano alla Francia), si impadronì della Libia, dove si sperava di far emigrare molti italiani, e dell'arcipelago del Dodecaneso, sottratti all'Impero Ottomano.

Le grandi potenze del Novecento - Francia

Dopo il periodo di Napoleone, in Francia era tornata una monarchia costituzionale. Re liberali e re conservatori si erano alternati al trono, finché nel 1848 gli insorti avevano proclamato la repubblica, alla cui presidenza era stato eletto Luigi Bonaparte. Egli in pochi anni si fece proclamare imperatore col nome di Napoleone III (alleato del Piemonte per la Seconda e la Terza Guerra di Indipendenza).

Cercò di rendere grande la Francia partecipando alle guerre del suo tempo, scontrandosi con l'Austria e con la Prussia. Quest'ultima lo sconfisse, gli fece perdere il potere e costrinse la Francia a pagare una forte indennità di guerra e a cedere due regioni economicamente importanti al confine (Alsazia e Lorena). La Francia si sentì umiliata e maturò un desiderio di rivincita (“revanscismo”).

Tornò la repubblica che, dopo la breve esperienze della Comune di Parigi, fu guidata dalla borghesia moderata e promosse molte riforme sociali e cercò di espandere i possedimenti coloniali.

lunedì 16 febbraio 2009

Le grandi potenze del Novecento - La Germania

Il popolo tedesco era suddiviso tra Prussia, Impero Austro-Ungarico e una miriade di piccoli stati, raccolti nella Confederazione Tedesca, nata dopo il Congresso di Vienna. Anch'esso ambiva all'unità, come era successo in Italia.

La Prussia ero lo Stato più potente, sia militarmente che economicamente. Guidata dal re Gugliemo I e dal primo ministro (“cancelliere”) Otto von Bismarch, essa iniziò una politica di annessione. Dapprima si alleò con il Regno d'Italia e si scontrò con l'Austria, lo Stato rivale, che venne sconfitta con la “guerra austro-prussiana” del 1866 (battaglia di Sadowa – terza guerra di indipendenza italiana). La Prussia venne poi attaccata dalla Francia, preoccupata per la sua crescente potenza. La Prussia sconfisse anche la Francia nel 1870, facendo crollare l'impero di Napoleone III (annessione dello Stato Pontificio da parte dell'Italia). Essa divenne così potente che potè unificare tutti gli Stati tedeschi nell'Impero Tedesco (Reich). Il re Guglielmo I ne divenne imperatore; l'Austria non ne faceva parte .

L'impero tedesco terminerà nel 1918, anno della sua trasformazione in una Repubblica (“Repubblica di Weimar”) dopo la sconfitta subita nella Prima Guerra Mondiale.

giovedì 12 febbraio 2009

Le grandi potenze del Novecento - Il Giappone

Il Giappone era governato da un imperatore che aveva solo un potere formale: il potere reale risiedeva nelle mani di un generale (shogun) che lasciava la carica ai propri discendenti. Dal XVII sec. tale carica era nelle mani della dinastia Tokugawa.

La società giapponese era di tipo feudale: un piccolo gruppo di proprietari terrieri, devoti all'imperatore, amministrava i terreni sui quali lavoravano schiere di contadini. La nobiltà minore esercitava il mestiere di soldato (samurai).

L'economia, prevalentemente agricola, era autosufficiente. Erano nate alcune manifatture, ma non era ancora giunta la rivoluzione industriale. Era vietato commerciare a quasi tutte le nazioni straniere.

Da tempo le nazioni occidentali cercavano di “forzare” questo divieto. Nel 1853 alcune navi statunitensi (chiamate “navi nere” per il loro aspetto) attraccarono nel porto di Nanchino e pretesero il permesso di commerciare. Lo shogun, spaventato, lo concesse, ma questo segnò la fine del suo potere.

Salì infatti al trono l'imperatore Mitsuhito (?), chiamato l'Illuminato (Meiji), che iniziò una serie di riforme. Tolse potere allo shogun e trasformò l'impero in una monarchia costituzionale; abolì i diritti feudali, rese obbligatoria l'istruzione e la leva militare; abolì il buddismo e impose lo scintoismo; avviò l'industrializzazione.

Tuttavia, a differenza dell'Europa, le fabbriche furono create dallo Stato; vi lavoravano ex contadini ed ex nobili, che mantennero la laboriosità e l'obbedienza della precedente società feudale (“capitalismo feudale”). La rivoluzione industriale non produsse una “questione sociale”. Anche per questo, a inizi '900, il Giappone divenne una potenza mondiale, capace di sconfiggere la Russia.

mercoledì 4 febbraio 2009

USA - Cause della secessione

Le grandi potenze del Novecento - USA

Le grandi potenze del Novecento - Cronologia

Stati Uniti d'America

1803

Gli Stati Uniti acquistano la Lousiana dalla Francia

1819

Gli Stati Uniti acquistano la Florida dalla Spagna

1823

Il presidente americano Monroe pronuncia la frase “l'America agli Americani

1849-1852

Corsa all'oro” della California

1850-1890

Guerre indiane

1860

Abraham Lincoln è eletto presidente.

1861-1865

Guerra di secessione americana

1890

Gli Stati Uniti emanano una legge conto i monopoli

1898

Gli Stati Uniti sconfiggono la Spagna, che perde il suo impero americano

1904-1913

Gli Stati Uniti costruiscono il Canale di Panamà

Giappone

1853-54

Gli Stati Uniti ottengono il permesso di commerciare con il Giappone

1867-1912

Regno dell'imperatore Mitsuito (Epoca Meiji)

1889

Il Giappone diventa una monarchia costituzionale

1905

Guerra russo-giapponese per il controllo di Port Arthur (Manciuria)


Francia

1852

Luigi Bonaparte diventa imperatore di Francia col nome di Napoleone III

1858

Napoleone III firma gli accordi segreti di Plombiers con il Piemonte.

1859

Napoleone III partecipa alla Seconda Guerra di Indipendenza e firma l'armistizio di Villafranca con l'Austria.

1870

La Francia attacca la Prussia ma è sconfitta. Napoleone III lascia il potere e viene proclama la Repubblica.

Germania

1862

Otto von Bismark diventa Primo Ministro della Prussia

1866

Guerra austro-prussiana – battaglia di Sadowa

1870

Guerra franco-prussiana – battaglia di Sedan

1871

Proclamazione dell'Impero Tedesco

1918

Fine dell'Impero Tedesco – Nascita della Repubblica di Weimar

Le grandi potenze del Novecento - USA

A 13 Stati iniziali se ne erano aggiunti altri, quali la Louisiana e la Florida.

La popolazione, che era molto aumentata soprattutto grazie all'immigrazione dall'Europa, andò in parte ad ingrossare le grandi città della costa, in parte colonizzò la terre dell'interno, fondando nuovi Stati.

A metà '800 quasi tutte le terre fino al Pacifico (il “far west”) erano state conquistate, anche a causa della “corsa all'oro” scoperto in California. Erano intanto iniziate le “guerre indiane” che causarono il genocidio dei nativi americani, successivamente confinati nelle “riserve”.

Divenuti una grande potenza, gli Stati Uniti ritengono che solo a loro (non agli europei) spettino le decisioni sul continente americano (“l'America agli Americani”, come disse il presidente Monroe).

Verso la metà dell'Ottocento, però, sorse una divisione tra:

  • gli Stati del Nord, basati su un'economia moderna, rappresentati dal Partito repubblicano;

  • gli Stati del Sud, basati su un'economia di piantagione e sulla schiavitù, rappresentati dal Partito Democratico.

Quando nel 1860 venne eletto presidente il repubblicano Abraham Lincoln, gli Stati del Sud, temendo venisse abolita la schiavitù così importante per la loro economia, decisero di separarsi (“secessione”) e di fondare una propria Confederazione. Ne nacque una guerra civile (“guerra di secessione”) che si protrasse fino al 1865 e venne vinta dagli Stati del Nord. I sudisti tornarono nell'Unione; venne abolita la schiavitù.

La vittoria degli Stati del Nord diede nuovo impulso all'economia. Gli Stati Uniti svilupparono:

  • un'agricoltura moderna, diventando il “granaio del mondo”;

  • la maggior potenza industriale del mondo, superando a fine '800 Inghilterra e Germania nella produzione di carbone, acciaio, petrolio.

A inizio '900 gli Stati Uniti, seguendo le idee di Monroe, prenderanno il controllo dell'America Latina, distruggendo l'impero spagnolo e costruendo il Canale di Panamà.

Il Novecento sarà il “secolo americano”.