sabato 10 gennaio 2009

Questione sociale e nascita delle ideologie - Italia




Anche nel Regno d'Italia, ancora molto arretrato, nacque una questione sociale.

Nel sud, prevalentemente agricolo, si sviluppò il fenomeno del brigantaggio, bande di contadini che compivano razzie e vennero sconfitte solo con l'intervento dell'esercito.

A nord si sviluppò l'industria grazie allo Stato che finanziò le industrie, commissionando loro la costruzione di macchinari, ferrovie e armi.

Si moltiplicavano intanto i braccianti e gli operai (cioè i lavoratori salariati), molti dei quali aderirono dapprima alle idee anarchiche, poi a quelle socialiste. Nacquero i primi sindacati e il Partito socialista, che organizzarono scioperi e disordini, alcuni repressi con l'esercito.

Chi non riuscì a migliorare la propria condizione pensò a emigrare: alla fine dell'Ottocento circa due milioni di italiani emigrarono in Argentina e negli Stati Uniti.

Con il Novecento migliorò il rapporto tra Stato e lavoratori, grazie al primo ministro Giolitti che attuò molte riforme sociali e stabilì che lo Stato rimanesse neutrale nello scontro tra lavoratori e industriali.

Al nord, nel cosiddetto “triangolo industriale” (Milano – Torino - Genova) migliorarono notevolmente l'industria e la vita degli operai, mentre dal Sud emigrarono altri milioni di italiani. Nel 1914 quasi il 18% degli italiani risiedeva all'estero!


Dopo la prima guerra mondiale anche i proprietari agrari e gli industriali si organizzarono per difendere i loro interessi. Dopo due anni di grandi scioperi (“biennio rosso”), venne riportato l'ordine anche grazie ai militanti del Partito Nazionale Fascista, guidato da Benito Mussolini. Inizialmente animato da idee nazionaliste e socialiste, divenne ben presto il difensore della proprietà privata e della borghesia contro le idee socialiste.

Questione sociale e nascita delle ideologie


Lo sviluppo della rivoluzione industriale aveva provocato molti cambiamenti, facendo nascere nuove classi sociali.
I contadini costretti a trasferirsi in città e molti artigiani cominciano a lavorare come operai nelle fabbriche, diventando “proletari”, persone cioè che per sostenersi potevano contare solo sulla prole (i figli).
Nasce il sistema capitalistico, nel quale la borghesia proprietaria delle industrie investe il proprio denaro (capitale) per acquistare i macchinari e ottenere sempre nuovi guadagni. Essa chiede che lo Stato non intervenga nell'economia, eliminando i dazi e lasciando liberi i rapporti tra industriali e operai: questa idea si chiamò “liberismo”.

La vita nelle fabbriche è dura e ripetitiva: le macchine sostituiscono via via l'uomo e gli impongono ritmi di lavoro talvolta insostenibili.
Molti cercarono di migliorare le loro condizioni. Alcuni (chiamati “socialisti utopisti”) pensarono di far costruire case e scuole per gli operai, ma nessun borghese era allora disposto a farlo.
Altri si convinsero che solo una rivoluzione avrebbe risolto i problemi:
  • il pensatore tedesco Karl Marx sostiene che tutti i proletari devono organizzarsi per abolire la proprietà privata e instaurare il comunismo con una rivoluzione violenta contro la borghesia (lotta di classe);
  • il russo Michail Bakunin pensa che la soluzione sia abolire lo Stato e fondare una società senza potere (“anarchia”).
Altri socialisti cercarono di riformare la società con i mezzi della democrazia (“riformisti”).
Anche la Chiesa cattolica prese posizione con l'enciclica “Rerum Novarum”: era contro le rivoluzioni, ma chiedeva maggiore collaborazione tra le classi sociali.

Intanto gli operai si organizzano per difendere i loro diritti:
  • alcuni distruggono le macchine, accusate di togliere il lavoro (luddisti);
  • altri organizzano delle società di mutuo soccorso per aiutarsi con una cassa comune;
  • in Inghilterra nascono le Trade Unions, i primi sindacati che lottano per aumentare i salari e ridurre gli orari di lavoro;
  • socialisti, comunisti e anarchici fondarono nel 1864 la Prima Internazionale per progettare la rivoluzione proletaria;
  • a Parigi, nel 1871, il popolo organizza la prima forma moderna di partecipazione diretta ispirata ai principi del socialismo (la Comune di Parigi)

Questione sociale e nascita delle ideologie - cronologia

Cronologia fondamentale

1848

Marx e Engels scrivono il “Manifesto del Partito comunista

1864

Nasce la Prima Internazionale

1861-65

Fenomeno del brigantaggio nell'Italia del sud

1868

Nel Regno Unito nascono le Trade Unions (i primi sindacati) di tutti i lavoratori

1871

La Comune di Parigi (primo governo ispirato alle idee socialiste)

1891

Papa leone XIII emana l'enciclica “Rerum Novarum

1892

A Genova nasce il Partito Socialista Italiano

1876-1914

Emigrano circa 14 milioni di italiani

1898

A Milano l'esercito spara sulla folla che protesta

1903-1914

In Italia Giolitti attua molte riforme sociali

1917

In Russia prendono il potere i rivoluzionari comunisti

1919

In Italia nasce il Partito Nazionale Fascista

1919

In Germania nasce il Partito Nazional-Socialista

1922

Benito Mussolini diventa Primo ministro

1933

Il Partito Nazional-socialista prende il potere in Germania