sabato 4 ottobre 2008

Le idee di unificazione in Italia

Liberali e conservatori

Le idee della rivoluzione portarono i sudditi e voler diventare liberi cittadini di stati moderni e dinamici.

Molti esponenti (soprattutto borghesi) di quest'idea proponevano riforme che li facessero partecipare alla vita politica dello stato. I sostenitori di questa tesi furono i "liberali" chiamati così perché sostenevano che tutti dovessero avere libertà politiche, civili, religiose ed economiche. Queste libertà dovevano essere stabilite da leggi perciò i liberali erano contro le monarchie restaurate.

I liberali erano divisi principalmente in due gruppi:
  1. alcuni (la maggioranza) volevano che continuasse a governare una monarchia, ma con una costituzione;
  2. altri (la minoranza) pensavano che la monarchia fosse superata e pretendevano al governo una repubblica.

Fra i monarchici liberali c'erano due idee:
  1. la prima diceva che solo i ricchi dovevano avere il diritto di voto;
  2. la seconda che tutti dovevano avere il diritto di votare.
Inoltre i liberali sostenevano che ciascun popolo formava una nazione che doveva essere autonoma e indipendente, che doveva decidere da sé le proprie leggi e il proprio governo.

Contrari a tutte queste idee erano soprattutto gli aristocratici che volevano preservare la precedente forma di governo.

I fallimenti dei moti liberali

Nel 1820 e nel 1830 i moti delle carbonerie fallirono e la società segreta non era in grado di guidare la rivoluzione perché:
  • l'eccessiva segretezza impediva la precisa conoscenza degli scopi che si dovevano raggiungere;
  • all'interno delle società convivevano idee politiche diverse;
  • si illudevano di poter collaborare con i sovrani;
  • il popolo non era coinvolto nella rivoluzione.
Così nacquero nuovi programmi politici per trovare una soluzione migliore ai problemi italiani.

I problemi italiani e le soluzioni federaliste.

Erano molti i problemi italiani, uno dei tanti era l'indipendenza: l'Italia doveva liberarsi dall'Austria.
Tanti volevano una soluzione rispettosa delle differenze tra i diversi stati italiani e volevano una federazione o confederazione.
Si distinguevano in neoguelfi, monarchici e repubblicani.
  • Vincenzo Gioberti era il caposcuola dei federalisti neoguelfi.
  • Cesare Balbo era monarchico.
  • Carlo Catteneo diede un importanza laica e repubblicana.
Tratto da Storia Più, Jemolo - Ventura - SEI a cura di Tommaso L. e Simone V.

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